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DIRITTO ORDINARIO E REGOLE SPORTIVE

La Suprema Corte di Cassazione, con ordinanza n. 20171 del 22 luglio 2024, ha stabilito che un intervento a gamba tesa e con piede a martello su un avversario che ha già bloccato il pallone non è un semplice fallo di gioco, ma può configurare una responsabilità civile e/o penale.

La Corte ha chiarito che le regole sportive e le norme giuridiche hanno funzioni diverse e non sono sovrapponibili. Le regole sportive disciplinano lo svolgimento della competizione e definiscono i comportamenti leciti e quelli sanzionabili, ma non necessariamente coincidono con le norme cautelari di natura civile o penale.

In particolare, le regole del gioco che prevedono sanzioni disciplinari per determinati comportamenti non escludono automaticamente la responsabilità civile o penale se tali condotte sono di particolare gravità e violenza.

Nel caso specifico, l’intervento a gamba tesa e con piede a martello su un avversario già in possesso del pallone è stato ritenuto dalla Corte una condotta illecita che esula dalle normali dinamiche del gioco e configura un’azione dolosa o colposa che può causare seri danni all’incolumità fisica dell’altro giocatore.

La Suprema Corte ha quindi affermato che, pur nel rispetto delle regole del gioco, i calciatori possono incorrere in responsabilità civile e/o penale se mettono in atto comportamenti che esorbitano dai principi di lealtà sportiva e correttezza, violando le normali regole di diligenza e cagionando intenzionalmente o per colpa un danno all’avversario.

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