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DIRITTO DELLE LOCAZIONI

DIRITTO DELLE LOCAZIONI

La Suprema Corte di Cassazione, con ordinanza n. 20167 del 22 luglio 2024, ha fatto chiarezza sulla legittimità delle clausole che prevedono un canone di locazione variabile per immobili ad uso diverso da quello abitativo.

Secondo la Corte, è ammissibile pattuire un canone che aumenta nel corso del tempo, suddividendo il contratto in periodi più brevi con canoni differenti per ciascun segmento temporale. E’ anche possibile correlare l’entità del canone a fattori predeterminati che influenzano l’equilibrio del contratto.

Tuttavia, la Corte ha precisato che la legittimità di tali clausole viene meno se si dimostra che il loro vero scopo è quello di aggirare i limiti imposti dalla legge 392/1978 in materia di rivalutazione monetaria degli affitti. In questo caso, la clausola è nulla e il canone deve essere ridotto al valore stabilito dalla legge.

L’onere della prova di tale illecito scopo spetta alla parte che contesta la validità della clausola. La Corte ha chiarito che la nullità per elusione della legge non opera in automatico, ma deve essere accertata dal giudice caso per caso, valutando il reale intento delle parti e il contesto in cui è stato stipulato il contratto.

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